sabato 7 dicembre 2013

Finanza funzionale e riforma fiscale ecologica

Di Mathew Forstater ~ Un PLG (Programma di Lavoro Garantito) basato sui principi della finanza funzionale può essere efficacemente unito ad una riforma fiscale ecologica per promuovere ulteriormente la sostenibilità ambientale.

La finanza funzionale è l’approccio ad una politica di bilancio appropriata per una economia fondata sulla “modern money”. La moneta moderna è la moneta di Stato fiat (o Cartalista) che non è garantita da oro o altri materiali, o legata a nessun altra valuta. In altre parole, la moneta moderna opera con tassi di cambio flessibili. Così come è formulato da Lerner, finanza funzionale significa che spesa pubblica, prestito, indebitamento, tassazione, acquisto e vendita dovrebbero essere giudicati solo dagli effetti che tali azioni hanno sull’economia e la società, e non in base ai principi della “finanza sana”.

Nessuna particolare relazione, ad esempio, tra la spesa pubblica e le entrate fiscali è in sé e per sé “buona” o “cattiva”, indipendentemente dall’impatto che la politica di bilancio ha sull’economia. Se un deficit di bilancio è buono o cattivo dipende dalle condizioni economiche del momento e dagli obiettivi della società. E’ stato dimostrato che in un sistema monetario moderno, né tasse né obbligazioni finanziano la spesa pubblica. Tassazioni e vendite obbligazionarie hanno comunque altri scopi. Lo scopo della tassazione è “il suo effetto sul pubblico nell’influenzare il loro comportamento economico”. Le vendite di titoli sono un mezzo di gestione delle riserve bancarie e dei tassi di interesse a breve termine.

Ci sono due grandi categorie di comportamenti che si vuole modificare attraverso la tassazione.

Primo, le tasse creano una esigenza di denaro di Stato. Questo è ciò che si intende per un sistema in cui “le tasse guidano la moneta” (taxes-drive-money). Le persone accettano valuta di Stato in cambio di beni e servizi o come mezzo di risoluzione del debito perché ne hanno bisogno per pagare le tasse o sanno che sarà accettata dagli altri che ne hanno bisogno per pagare le tasse.

La seconda categoria di comportamenti che la tassazione intende modificare comprende quelli ritenuti indesiderabili. Una tassa è applicata sui prodotti insalubri o tecnologie e comportamenti indesiderati per scoraggiare la gente dall’acquisto e dall’utilizzo di questi oggetti. Questo tipo d’imposta non ha lo scopo di aumentare le entrate, ma di influenzare il comportamento. Allo stesso modo, crediti d’imposta o sussidi sono destinati a influenzarne il comportamento.

La riforma fiscale ecologica (incluse tasse, crediti d’imposta, sovvenzioni, quote, e simili normative d’incentivazione) si adatta molto bene al quadro di finanza funzionale. Il distinguo operato dagli economisti ecologici tra il denaro come informazione contabile non soggetto alle leggi della fisica e le risorse reali che sono soggette a limiti biofisici è compatibile anche con le prospettive della finanza funzionale.

La riforma fiscale ecologica parte dalla premessa che le imposte correnti e le strutture regolamentari della maggior parte delle nazioni moderne non sono congruenti con la sostenibilità ecologica.

Attualmente, le imposte tendono a scoraggiare comportamenti che dovrebbero essere incoraggiati e incoraggiare comportamenti che dovrebbero essere scoraggiati. Le imposte sul reddito e sull’occupazione scoraggiano il lavoro e l’occupazione, e tasse basse o anche sovvenzioni per l’estrazione delle risorse e tecnologie ”sporche” incoraggiano l’inquinamento insostenibile e l’impoverimento. In alcuni casi capita che i comportamenti possono essere indirizzati nel verso giusto mediante le tasse, ma comunque le tasse da sole (o la detassazione) non sono sufficienti, è necessario che siano abbinate a politiche complementari per un risultato più completo.

Un approccio della finanza funzionale alla riforma fiscale ecologica potrebbe iniziare con l’eliminazione della tassazione sul lavoro e sul reddito da lavoro e l’adozione di alcune tasse su terreni e fabbricazione. Tasse, crediti d’imposta, sovvenzioni, quote, licenze, prestiti a basso interessi o a interessi zero, e altre imposte e politiche di regolamentazione possono essere utilizzati per sanzionare i comportamenti non sostenibili e premiare quelli “verdi”.

Questo non è il luogo adatto ad un quadro completo della riforma fiscale ecologica. Molti punti sono già esistenti e si è discusso ampiamente altrove, sulla finanza funzionale e sulle riforme fiscali ecologiche.

Qui abbiamo l’obiettivo di incoraggiare lo sviluppo della riforma fiscale ecologica in tal senso, e di liberare le proposte dei suoi principi di “sana finanza”. Integrando finanza funzionale e riforma fiscale ecologica possiamo cominciare a muoverci seriamente verso la piena occupazione e la sostenibilità ecologica.

Traduzione di Stefania Tagliaferri.

Fonte: MeMMT

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